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Benvenuti nel mio blog...qui troverete tutte le informazioni su di me, sui servizi che offro e l'aggiornamento delle mie esperienze nel mondo del BDSM. Lasciate pure un commento o scrivetemi all'indirizzo fetishcamgirl@live.it

BUONA NAVIGAZIONE!

L'incontro con Estragone, il mio schiavo, raccontato da lui

Molti mesi fa ho conosciuto Alexia, quando ancora non era Alexia :) La conobbi online, sul sito yahoo answers. Rimasto orfano della mia padrona, con la quale ormai il rapporto di sottomissione era andato affievolendosi fino a scomparire ( per lasciare il posto comunque ad una buona e sincera amicizia), mi proponevo a più riprese goffamente come moneyslave. Ho raccolto qualche proposta, qualche commento derisorio e una sfilza di premurosi che ( sono sicuro col cuore in mano) mi dicevano di andarmi a curare. Dopo mesi di ricerche e di dominazioni più o meno brevi, più o meno intense, leggo una risposta che conquista la mia attenzione. Per il suo tono perentorio, per il sarcasmo che tanto mi irrita e tanto adoro nelle donne, per il fatto che sentivo che dietro c'era una mistress forse in parte inconsapevole di se stessa. Decido di rispondere e mi ritrovo con un messaggio ancora più duro e sprezzante. Leggo le sue risposte su answers e mi colpiscono tanto. Intelligente, arguta, spiritosa, fantasiosa, permalosa e testarda! Adorabile insomma :) Non posso resistere, insisto! E ci riesco, Alexia diventa la mia padrona. Per qualche breve intenso mese, dove ogni giorno, ogni ordine, ogni chiacchierata mela fa diventare più cara e interessante ed adorabile. Dove imparo una parte del suo meraviglioso sadismo, ma molto di più il suo essere così genuina, vivace, creativa, a volte emozionata :) Poi trascorrono mesi di vuoto. I suoi e i miei impegni, i suoi dubbi se dare un ruolo o meno al bdsm nella sua vita, ci tengono lontani. Anche se il filo non si spezza mai. Io insisto sempre, ma senza pressarla, senza chiedere. Semplicemente facendole capire che io ci sono, che desidero parlare con lei, scherzare con lei, che non l'ho dimenticata... E poi, e poi un giorno lei mi dice che sì, che ormai ha deciso. Si sente una Dea, una Mistress e vuole i suoi schiavi. E tra questi schiavi, forse posso esserci io. E quando io le dico ancora quanto desidero questa opportunità, lei mi dice: Vieni domenica. Posso passare la mattina con te. E io, pur dovendo sostenere un viaggio lunghissimo, di quasi 12 ore all'andata e altrettante al ritorno ed essendo circondato da impegni lavorativi, non esito un attimo. Sì, vengo. Sarò ai tuoi ordini. E lei seraficamente commenta: perfetto. Allora comincio la mia attività frenetica, prenotare il treno, prenotare una stanza d'albergo come lei mi ha ordinato. Passo ore su internet a cercare un albergo centrale, discreto, con belle stanze. Mi pare alla fine di trovarlo. Glielo comunico. Bene, mi risponde. Siamo a giovedì, io penso tanto al viaggio, a quello che potremo dirci, sapendo che tutto quello che prevederò non si verificherà. Ogni tanto ho qualche dubbio. Non sulla mia natura di sottomesso o su quanto Alexia sia affascinante. Ho il dubbio che forse non ci troveremo bene, che forse due o tre ore insieme non saranno sufficienti a capirci. Ho paura che sarò orribilmente maldestro e non le piacerò. Ho paura di trovare lei magari poco attenta, presa dalla sue cose e per questo magari superficiale nel valutarmi. Scaccio ogni volta queste paure. Mi dico "Io la conosco, io le ho parlato tanto e anche lei, io ho letto quasi tutto quello che ha scritto in rete. Non posso sbagliarmi. E' quello che io mi aspetto, è quella persona straordinaria che io ho sempre sentito sia" Arrivo nella sua città, in parte tramortito da un viaggio lunghissimo. Sono riuscito anche a dormire qualche ora, ma male. Come si dorme in treno, come si dorme prima di andare incontro a qualcosa che ci emoziona tanto. Arrivo in albergo, sistemo il mio borsone e mi adagio sul letto. Aspetto. Alle 9.30 arriva il suo sms: ci vediamo alle 11.30 in piazza *******. Arrivo lì alle 11. Siedo su una panchina e per non pensare sempre a lei, per distrarmi dall'emozione, provo a concentrarmi sul discorso di due vecchietti. In parte ci riesco, mi diverte il loro modo di ragionare, li trovo buffi. Arriva la sua telefonata: è la prima volta che sento la sua voce. Arrivo tra dieci minuti, mi dice. E io, che ho un vocione, trovo a stento il fiato per dirle: va bene :). Dopo dieci minuti arriva, con il suo motorino. E' vestita per un colloquio di lavoro. Pantaloncini, giacca da donna in carriera :), grossi occhiali scuri, splendidi sandali col tacco alto. Piedi, bellissimi :) Mi saluta come un conoscente, un normale bacio sulla guancia e mi fa cenno di seguirla. Mi porta su una panchina e mi chiede, leggermente tremando con la voce" Allora, come mai sei qua?" Io le rispondo sorridendo che questo è il modo di cominciare un colloquio di lavoro. E anche lei ride, del suo riso bellissimo che avevo già visto in foto. Un riso forte, grande grande mentre i suoi occhi vivacissimi fanno per chiudersi...
Io le spiego che sono lì perchè mi ha colpito il suo modo di essere mistress, che non l'ho dimenticata, che voglio essere suo. Appatenerle. Obbedirle. Lei continua a farmi domande, col suo delizioso spirito inquisitorio. A volte sembra soltanto curiosa, a volte pare che la domanda sia cruciale per qualche sua oscura valutazione :) Poco importa, sono bastati dieci secondi da quando l'ho vista e io sto bene. So che non mi sono sbagliato. Dentro di me penso " Chiedimi quello che vuoi, mi diverte un mondo perchè mi piaci un mondo" Poi glielo dico, che mi diverte rispondere alle sue domande. Non mi imbarazzano affatto. Mi porta al suo colloquio con delle persone. Ci sediamo con loro fuori a un bar dove lei sfoggia disinvoltura e competenza. Parla di lavoro con quelle persone e io sento che la sua brillantezza un pò li mette a disagio, che occorre loro tempo per riuscire ad essere tranquilli. Io osservo tutto,quasi in silenzio, bevendo un'intera bottiglia d'acqua gelida :) Verso l'una ci separiamo da loro e la mia Signora mi chiede se voglio pranzare. Io le dico: Comandi tu, decidi tu. No? :) Lei mi guarda un istante e dice "Andiamo a pranzo". Passiamo molto tempo a cercare il posto adatto prima, il posto semplicemente aperto poi :) Nel frattempo chiacchieriamo tanto. A un certo punto lei mi chiede" Sensazioni?"
E' la prima tra le sue domande alla quale dentro di me non trovo risposta. Non perchè non ce le abbia, ma perchè le sensazioni belle che provavo dentro di me ancora non avevano nome. Erano solo sensazioni, era solo benessere. " Beh...per le sensazioni.....sai....normalmente mi ci vuole un pò di tempo per metterle a fuoco..."
Lei ride e mi prende in giro. E fa ridere anche me. Allora mi ricompongo e dico" Sensazioni positive" E lei risponde a bassa voce " Anche le mie". Passeggiando e chiacchierando con lei il tempo vola, io cerco di camminarle un passo indietro ma non sempre ci riesco, non sempre sono sufficientemente attento, preso come sono dalla gioia di stare con lei, dalla sua sensualità forte e affascinante e dal suo spirito così vivace e vitale. Penso dentro di me che dovrò migliorare, che dovrò essere perfetto, per lei. Che desidero esserlo. Per lei.
Arriviamo al ristorante. Lei ride e decide che dovrò mangiare la cosa che mi piace di meno. La sua risata mi conquista, è così bella...non avete idea :rolleyes: . Le dico di sì, naturalmente. Ma lei cambia idea e mi lascia libero di mangiare quello che voglio. Arriva il vino e io improvvidamente me lo verso nel bicchiere. Lei fa un attimo uno sguardo sorridente ma duro " Chi ti ha dato il permesso di bere?" Le chiedo scusa e preciso maldestramente" Ho solo versato, non ho bevuto" Lei mi risparmia pietosamente l'ovvia stoccata ( chi mi aveva dato il permesso anche solo di versare?) e mi dice che prima devo versare il vino a lei, poi potrò bere. E così farò per tutto il pranzo. Le verserò io acqua e vino e non berrò se non dopo il suo permesso. E nemmeno mangerò senza il suo permesso. Dopo un pò che abbiamo ordinato a un certo punto mi sorride, mi fissa: fino ad ora avevo due schiavi, mi dice. Ora ne ho tre. E i suoi occhi sono niei miei. Alzo il bicchiere al cielo e grido un urrà fregandomene degli altri cienti! :) si avvicina il cameriere con la mia costata di vitello e mi chiede se voglio condirla con limone. Io lo rifiuto con convinzione e la mia Signora di rimando " Invece sì". Allora io correggo e dico al cameriere di portarmi il limone. Lui è stupito, perplesso, affascinato. Io gli dico facendo cenno alla mia Signora " Mai contraddirla. Mai". La mia Signora sospetta a quel punto che il cameriere possa essere uno slave e mi ordina di chiedergli cosa sa di bdsm. Cosa che faccio puntualmente appena si avvicna ancora al nostro tavolo. Il cameriere si imbarazza, balbetta "Come?" " Cosa sa di bdsm?" ripeto io. " No, non lo so. Non è di mia competenza" dice lui e io "Ah, mi dispiace per lei" La mia Signora a questo punto, dopo avermi onorato di un'altra risata, mi ordina di andare a pagare. Poi mi ordina di chiamare un taxi: vuole andare nella mia stanza... Per fortuna non lo trovo, infatti l'albergo scopriamo che è esattamente a 50 metri dal ristorante! :lol: Ci incamminiamo, lei mi redarguisce con voce bassa e sensuale " Devi starmi un passo indietro, lo sai?" "Sì, signora". Lungo quei metri che portano alla stanza, la mia Signora si fa più silenziosa, sembra pregustare quello che avverrà, anche il suo sguardo cambia e pian piano sul suo volto appare un sguardo più sensuale, intimo, selvaggio, crudele...da mistress. Arriviamo alla stanza. Le piace, è grande. E' una stanza matrimoniale. Si accomoda sul divano. "A terra" mi dice. La sua voce non ammette repliche, e io non ho nessun altro deisiderio se non di obbedirle. Con tutto me stesso. Tutto. In un attimo le mie labbra sono così vicine ai suoi piedi incantevoli. " A che ora hai il treno?" mi chiede " Alle 19"" Alle 19, Signora." "Mi scusi. Alle 19, Signora." " Bene, d'ora in poi non parlerai più se non quando interrogato, chiaro?" "Sì" "Sì, cosa?" " Sì, Signora". allora sento il suo tacco sulla mia schiena e avverto subito un brivido di piacere, forte. Continua a giocare coi tacchi e il mio piacere monta, monta gradualmente, inesorabilmente, stupendamente. Mi ordina di toglierle le scarpe, di leccarle i piedi. Quei piedi deliziosi, armoniosi, irresistibili. E io li lecco, con tutta la devozione che sento per lei, fino a sentire dolore alla lingua e a godere del mio dolore e a insistere ancora e più forte per offrire il mo dolore e la mia passione per lei. Per obbedirle. Per farle sentire che per me è davvero quanto di più si avvicina a una dea. Perchè senta che la adoro, che mi ha in pugno. Poi mi calpesta, mi lega, mi frusta con la mia cintura. E io la ringrazio, ad ogni colpo, come lei mi aveva ordinato. Mi usa come per esplorare la stanza, io a quattro zampe, la faccia da beato e da demente :), abbaio, poi ancora mi usa come zerbino e come sgabello e mi preme la sua pianta sulla bocca, sul viso, me lo schiaccia e ride. E' meravigliosa in quel momento, posso vederle il viso ed è una visione celestiale o infernale, a seconda dei gusti. Troppo, troppo presto finisce quel pomeriggio. Lei decide di lasciarmi un segno. Ma quello è il segno minore, tra tutti quelli che mi ha lasciato. Gli altri me li porto ancora dentro, quello è scomparso da tempo. Quelli sono cresciuti e sono ora ardenti torturanti e dolcissimi dentro di me e portano il suo nome... Ci salutiamo parlando del più e del meno, io mi sento meraviglioso, stupendo. Non umiliato, mi sento trionfante. Fin qui è riuscita la mia Signora, a farmi sentire forte e fiducioso e bellissimo per essere stato ai suoi piedi. La saluto prima con baci sulle guance e poi con un baciamano che generosamente mi concede un attimo prima di ripartire. E io la guardo, finchè non sparisce col suo motorino. E ancora ce l'ho negli occhi, ed è passato tanto tanto tempo. E mi manchi da morire, mia Signora.

Il tuo schiavo

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